INSEDIAMENTI MONASTICI SUL MONTE SORATTE – 7 settembre ore 19
Giovedì 7 settembre alle ore 19 presso la splendida Chiesa dei Santi Abbondio e Abbondanzio (in via dei Santi Abbondio e Abbondanzio – dopo l’Ufficio Postale) a Rignano Flaminio sarà presentato il libro “Insediamenti monastici sul Monte Soratte” con la partecipazione dell’autrice e di illustri ospiti.
Il libro di Linda Salini “Insediamenti monastici sul Monte Soratte”, Davide Ghaleb editore, Vetralla, 2023, nasce, come la studiosa espone in introduzione, come sua tesi di laurea in Materie letterarie, presentata nel 2011, presso l’Università Lumsa, relatore il prof. Marco Bartoli, docente di Storia della Chiesa, ed è una fortuna per i lettori e per gli studiosi la decisione dell’editore di pubblicarla nella sua collana Quaderni di Roma e del Lazio.
Si tratta, infatti, di una ricerca, di uno studio approfondito e sistematico, con un apparato di note e bibliografico di grande ampiezza, con il merito, dunque, di raccogliere up tu date i risultati di studi che attraversano i secoli, come anche di pubblicazioni, talune, a volte solo con ambizioni di promozione territoriale, ma sempre valide per le notizie che arricchiscono la narrazione di un tema, quello degli insediamenti monastici del nostro territorio, di profonda complessità storica.
Il lavoro di Linda Salini è dunque di grande pregio scientifico, per l’accuratezza dello studio e la vastità delle fonti, documentarie e bibliografiche, ma è soprattutto un atto d’amore – come ella stessa ha più volte sottolineato, richiamando la sua estasi contemplativa davanti agli eremi, alle rocce, alle grotte, ai panorami del Soratte – verso il grande patrimonio spirituale, prima ancora che naturalistico, storico e culturale, rappresentato dalla Montagna sacra del nostro territorio.
Summe Deum sancti custos Soractis Apollo, pregava Arunte (Verg. Aen., XI, 785) prima di colpire, uccidendola, la vergine Camilla, sottolineando la sacralità eterna del monte caro a Sorano, adorato dai suoi cultores Hirpi, al centro della storia dell’umanità dal primo tempio di Apollo sulla vetta, all’editto costantiniano del 313 d.c. di riconoscimento della liceità della professione di fede cristiana, e quindi della fine delle persecuzioni, dopo la guarigione miracolosa da parte di Silvestro (E come Costantin chiese Silvestro, dentro Siratti a guerir della lebbra – Dante, Divina Commedia, Inf. XXVII, 94) – su questo ricordo la recente (2021) bellissima voce L’eremo di San Silvestro di Dalila Segoni in: Ministero della Cultura, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Catalogo dei beni culturali – e poi luogo deputato alla vita monacale, dai benedettini, agli altri ordini monastici, lungo i secoli, fino agli orionini del secolo scorso, che a Sant’Oreste hanno lasciato tracce profonde di azioni benefiche. (C’è una bellissima foto di San Luigi Orione sul Soratte, con un somaro al fianco e la sua autoironica boutade: io e lui siamo in due). Luogo al centro della storia fino alle più vive tragedie contemporanee (si pensi al Bunker sotterraneo, sede del Comando tedesco per il Sud Europa del Feldmaresciallo Kesselring, da dove partivano gli ordini per le orrende sperimentazioni diaboliche di disumanità, a Roma, come la strage delle Fosse Ardeatine o la deportazione degli ebrei dal Ghetto nel 1944, ma anche al rifugio antiatomico realizzato negli anni 60/70 dell’ultimo “secolo breve” in tempi di guerra fredda).
Una storia importante, quella del monachesimo, che si intreccia non solo con la storia della chiesa, ma con la storia italiana, europea e mondiale, che la nostra autrice racconta con dovizia di particolari, con giudizi e affermazioni, che più volte recuperano la verità storica sotto il velo delle leggende, con il sostegno delle mille citazioni delle vaste fonti consultate.
Ecco allora i nomi, nelle note a piè di pagina o in bibliografia, di Gregorio Magno, di Paolo Diacono, di Benedetto del Soratte, di Antonio Degli Effetti, degli studiosi dell’area e del tema specifico del volume, dal Nibby, al Tomassetti, all’Ashby, al Grisar, al più vicino in senso cronologico Messineo, ai numerosi altri, tra cui i preziosissimi studi di carattere locale, ricchi di concretezza, come quello di don Mariano De Carolis (Il monte Soratte e i suoi santuari, 1950, opportunamente fatto ristampare negli anni 90 dal Comune di Sant’Oreste). Le 136 pagine del libro di Linda Salini sono, non solo la sintesi e la summa, il concentrato, ma il riordinamento analitico e critico di una mole immensa di documenti e ci raccontano, attraverso la storia del monachesimo, sopra ed intorno la mole calcarea del Soratte, questa sorta di Ayer’s rock del nostro territorio, lo svolgersi di una cronaca fatta di valori, di bellezza, di sacralità. Dove le leggende, pur se sfrondate degli elementi mitici, spesso strumentali a precisi obiettivi politici e di potere, come in Costantino, confermano che qui, in questo nostro territorio, è passata la storia dell’umanità per più di due millenni.
Ed emergono le figure di Silvestro, Nonnoso, dei longobardi Alboino, Rachis e Tassia, Ariperto, dei franchi Carlomanno, figlio di Carlo Martello, che si fa monaco sul Soratte, dello stesso Carlo Magno, di Pipino, fino ad Ottone, le distruzioni, dei longobardi e dei saraceni, e le ricostruzioni, nel luogo sacro dove era il Tempio di Apollo Sorano, topos magico di congiunzione tra le civiltà etrusca, falisca, sabina, latina, prima e durante l’egemonia di Roma, fino al susseguirsi dei vari ordini monastici, dai benedettini, ai cistercensi, insediatisi ai tempi del Cardinale Alessandro Farnese, Commendatario, nella seconda metà del XVI secolo (quando pure si scrisse sotto la sua supervisione, nel 1576, il bellissimo Statuto di Santo Resto e quando il Vignola lasciava nel nostro territorio i mirabili monumenti che ancora oggi lo arricchiscono di arte e bellezza, non solo a Caprarola), ai francescani, ai teatini e, infine, come abbiamo già detto, agli orionini, Figli della Divina Provvidenza.
Il libro della Salini ci racconta tutto questo in cinque capitoli, più un’appendice fotografica e la bibliografia ed è aperto dall’interessante prefazione dell’attuale sindaco di Sant’Oreste Gregory Paolucci, il quale, icasticamente, introduce il volume con giuste parole, che richiamano insieme il giudizio di Degli Effetti e le sacre spelonche degli Hirpi Sorani: “il monte Soratte, dal Neolitico fino alle epoche più recenti, ha sempre costituito una comoda scala per il paradiso e, al contempo, un varco per la discesa agli inferi” le quali ci aprono allo sguardo magico che occorre, per apprezzare ancor più il bellissimo racconto del monachesimo sul Soratte.
Il primo capitolo si intitola: Il monachesimo delle origini, il Soratte ed il Chronicon di Benedetto ed ha il pregio di fornire un quadro esaustivo della storia del monachesimo, prima di approfondire il suo manifestarsi nel nostro territorio e, particolarmente sul Soratte. Preziose le notazioni sulle diverse manifestazioni del fenomeno, sulle diverse figure delle origini, il monaco, l’eremita, l’anacoreta, il cenobita, sui diversi luoghi, l’Egitto, la Palestina, la Siria, l’Oriente, e quindi l’Occidente e l’Italia, da Antonio a Basilio, a san Girolamo, a sant’Ambrogio, a san Patrizio in Irlanda, sulle normative che regolamentano l’istituto a partire dal Concilio di Calcedonia nel 451. E poi le regole, dove emergono i nomi di sant’Agostino e il san Benedetto dell’ora et labora.
Si passa quindi dal generale al particolare, cioè a riferire sulle esperienze monastiche nell’area tiberina e viterbese adiacente al Soratte, dove spicca l’esperienza dell’antico insediamento della valle Suppentonia, cioè di Castel Sant’Elia, e quindi sul tema centrale della ricerca, ovvero il monachesimo sul Soratte, assumendo come primo documento di consultazione il codice membranaceo chiamato il Chronicon di Benedetto, manoscritto conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
Benedetto visse, probabilmente, nella seconda metà del X secolo e fu monaco nel monastero di S. Andrea in flumine (nel Chronicon viene ricordato il presunto viaggio che Carlo Magno fece in Terrasanta e la donazione delle reliquie riportate al monastero di S. Andrea). La cronaca tratta degli avvenimenti dalla seconda metà del IV secolo, fino all’anno 972 e si colloca attorno all’anno 1000 la data della compilazione.
Dopo l’ampia introduzione al tema del primo capitolo, il libro fornisce quindi un racconto completo, a partire dalle notizie riguardanti i monaci sul Soratte, dove assume centralità la figura di Nonnoso, che sarà compatrono di Sant’Oreste e di Castel Sant’Elia, e le cui reliquie sono distribuite tra i due paesi e la cittadina di Freising in Baviera, cui l’autrice dedica pagine interessantissime ed esaustive. Quindi si sofferma sulla Chiesa di San Silvestro e sulla leggendaria guarigione di Costantino, sui monasteri nel periodo longobardo e carolingio e poi sugli insediamenti monastici nei secoli X e XI, quindi dal secolo XII al secolo XVI e fino alla contemporaneità.
Elenca quindi, in un’ampia rassegna, le strutture ecclesiastiche e monastiche, dal monastero e la chiesa di S. Silvestro al monastero di S. Andrea in flumine e quindi descrive i monasteri di S. Stefano e di S. Vittore e gli eremi di Santa Maria delle Grazie, di S. Lucia, di S. Antonio, di S. Sebastiano e di Santa Romana. Quest’ultimo così suggestivo per il suo carattere rupestre e la sua acqua sacra per le puerpere, da resistere ancor oggi nel culto popolare.
Infine gli ultimi due capitoli completano il racconto del monachesimo sul Soratte, richiamando il contesto viario, soprattutto la via Flaminia, e territoriale ed i suggestivi pellegrinaggi nel corso dei secoli, da quello di Rachis e Tassia, a quello di Carlo Magno e di Pipino, a quelli dei semplici pellegrini da Roma e riferendo sugli ultimi atti di una storia millenaria, fino al passaggio al Demanio del Regno d’Italia di beni ecclesiastici negli anni 70 dell’800, fino ai più recenti sviluppi.
Insomma, il libro di Linda Salini è un dono prezioso per le nostre comunità. La fatica della studiosa ci ha offerto una immagine a tutto tondo di una storia dei nostri paesi, del nostro territorio, dal punto di vista particolare delle esperienze monastiche, nel contesto della storia della Chiesa, ma con il risultato di rendere disponibile una narrazione di alto valore culturale e storico. In queste pagine c’è la sacralità di una storia millenaria che costituisce le nostre radici, il nostro patrimonio di tradizioni ed identità.
E’la montagna sacra del Soratte di cui si parla, la montagna, così ricca di doline carsiche (i meri, dove è stata trovata un’anfora etrusca del VII sec. a.c. che raccoglieva le gocce d’acqua da uno stillicidio, ad evidente scopo di culto) di grotte affascinanti per il gioco di stalagmiti e stalattiti formate dal calcare millenario (e dove, nell’ultima, scoperta nel 2004, Grotta antica, è testimoniata la vita e la religiosità degli uomini dell’eneolitico, già 7.000 anni fa) dove gli Hirpi Sorani camminavano sui carboni ardenti in onore di Sorano, dio degli inferi e del sole, che tramonta e risorge, dove le tracce dell’originario tempio di Apollo sono presenti sotto la chiesa di San Silvestro, lì dove la leggenda narra che Costantino venne a chiamare il santo ivi rifugiato, per essere guarito dalla lebbra e da dove egli raggiunse l’imperatore con una mula alata, in soli tre passi, nei punti dove le orme pietrificate sono ancora visibili. Ce lo racconta, sorridendo, anche Giuseppe Gioacchino Belli.
Lassù dunque, nel picco più alto del Soratte, è cambiata la storia, quando il cristianesimo non è più la religione rivoluzionaria che rovescia i valori del mondo e viene perseguitata dal potere di Roma, ma diventa essa stessa, con Costantino, instrumentum regni e braccio secolare dell’Impero che sopravvive alla sua crisi storica, proprio grazie alla Chiesa ed alla sua organizzazione istituzionale. Non ancora religione di Stato, come sarà con Teodosio, ma supporto ideologico di un imperatore, come Costantino, che addirittura convoca e presiede il Concilio di Nicea, nel 325, per affermare la natura insieme umana e divina di Gesù Cristo, la dottrina dell’homoousion, cioè della consustanzialità del padre e del figlio, per sconfiggere l’eresia ariana, che metteva in crisi non solo il dogma, ma, per la sua diffusione soprattutto in Africa, l’unità del potere di Roma, o di Costantinopoli.
Quanta emozione nel constatare che il nostro territorio è stato al centro di eventi centrali della storia dell’umanità. I volti e i nomi dei religiosi, dei monaci, che dal libro della Salini si affacciano, si intrecciano ai volti e ai nomi delle vite dei potenti della storia come Costantino o Carlo Magno, o, si potrebbe aggiungere, come il nazista Kesselring, nell’ultimo secolo, per dirci quanto sia grande il valore storico, culturale, spirituale di quest’area, della nostra montagna, dei nostri borghi, di quanto ineludibile sia per noi, oggi, l’azione di tutela delle nostre radici, della nostra storia, della nostra cultura. Azione di tutela che Linda Salini ha fatto con tanta passione e tanto merito con questo suo bellissimo libro.
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